...ovvero: PAGELLA SEMI-SERIA DEL PRIMO “QUADRIMESTRE” DI MONTI E PROPOSTE DI POLITICA INTERNAZIONALE
[Presidente, se leggerà queste righe, non desista di fronte ad alcuni passaggi apparentemente irrispettosi, che vogliono solo rappresentare una sdrammatizzazione dei temi “pesanti” a cui si riferiscono]
Si assiste in questi giorni alla celebrazione mediatica dell’alunno Italia e del suo Premier, professor Monti, rispetto agli apprezzamenti pubblici ricevuti dalle “commissioni” che contano, ovvero dai leader di Francia e Germania e da Barak Obama.
Con ciò, sovvertendo una china (anch’essa fortemente mediatica) di giudizi negativi, declassificazioni dei ratings e degli “outlooks” economici, andamento dello spread vs. Deutsche-Bund e del debito nazionale, che peggiorava di pari passo con i paradossi e gli eccessi privati del vecchio Premier, l’inflazionato e incorreggibile Silvio.
Bene, bravo, bis: il nuovo Premier, secchione e già tetragono leader dell’Anti-trust europeo, in grado di far fronte a pervasive multinazionali (Microsoft) e ai loro continui tentativi di monopolizzazione dei mercati, già Rettore della prestigiosa Bocconi e professore emerito di Economia, si trasforma in alunno modello del capitalismo europeo e della economia banco-centrica occidentale.
Alunno modelli, promosso a pieni voti sia dal duo Sarkozi-Merkel sia dal Presidente USA per la svolta e la modernizzazione impressa al “sistema Italia”, è però contemporaneamente protagonista di alcune “cadute” mediatiche derivanti da battute più o meno infelici inerenti il mercato del lavoro (“che noia il posto fisso”) e, a mio avviso, anche sulla politica europea (“non siamo come la Grecia”).
Il primo tema, come commentato da molti, rappresenta un nervo scoperto delle ultime due generazioni di lavoratori italiani:
quella al “debutto”, per la evidente difficoltà non solo di inserimento, ma anche di riconoscimento del merito e della professionalità;
quella delle classi ‘60-’68, per la imperitura categorizzazione tra i “giovani”, che nasconde la sclerotizzazione di dinamiche lavorative e retributive, tutt’uno con una frequente sottoccupazione dei numerosi laureati sfornati in quella generazione.
In questo caso, il voto “interno” rimediato dall’alunno Premier è 2-, direi in Educazione Civica (per l’insufficiente conoscenza del tessuto sociale, per l’arroccamento snob / accademico e lo scarso grado di condivisione inter-generazionale).
Il secondo tema, che non trova commenti nei media, riguarda la frequente dichiarazione (nelle intenzioni tranquillizzante) “non siamo come la Grecia”, che sottende anch’essa una visione iper-meritocratica della stessa politica internazionale, parente dello snobismo accademico sopra richiamato. Peraltro, in un momento drammatico del Paese greco, ns. amico, che è anch’esso ricorso ad un Premier “tecnocrate” bancario per giocare l’estrema chance di risanamento dei suoi conti pubblici.
In questo caso, il voto meritato dal nostro studente Primo Ministro è 3, direi in Storia dell’Economia.
E spiego perché.
Perché vorrei un Premier che, non pago della formulazione dei pur complicatissimi “piani di rientro” dei conti nazionali e degli apprezzamenti franco-americo-tedeschi, si batta non solo per una “pax nationalis” (e questo, lo riconosco, è un obiettivo attivamente perseguito), ma anche per un risanamento congiunto dei sistemi economici, specialmente tra Paesi vicini e, sulla carta amici.
Vorrei cioè che, accanto ai primi risultati della nuova impostazione della politica economica nazionale, possiamo un giorno letteralmente “sfoggiare” sotto il naso dei “primi della classe” occidentali anche una nuova capacità di progettazione internazionale delle politiche economiche: SAREBBE MERAVIGLIOSO CREARE UN TAVOLO CONGIUNTO, “parallelo” e non confliggente con quello dei “secchioni” francesi e tedeschi, TRA I PAESI IN DIFFICOLTA’ (Italia, Grecia e, perché no, Portogallo, Irlanda, ….), CON LO SCOPO DICHIARATO DI PERSEGUIRE UN RISANAMENTO CON “MISURE UMANE” DELLE RISPETTIVE ECONOMIE.
Ciò consentirebbe, oltre a un potente “brainstorming” ed approfondimento storico-economico dei rispettivi mali nazionali, anche l’affermazione di una leadership internazionale dei Paesi con un passato “sprecone”, che dimostri la capacità dei rispettivi popoli (partendo, certo, dal pensiero delle loro menti più brillanti, che solo per provocazione sto chiamando “secchioni”) di conoscere, analizzare e inquadrare le scelte passate, e soprattutto di riformulare le politiche economiche per realizzare i comuni obiettivi di risanamento e benessere.
E, a proposito di scelte di politica internazionale, anche complesse e difficili, lancio al Premier una ulteriore proposta: che l’Italia si sbilanci e, finalmente, prenda iniziative coraggiose (“strappando” con la terribile “quiete” monastica del periodo Frattini) in aiuto di Paesi martoriati, con cui abbiamo sempre avuto rapporti (per storia coloniale o commerciale): penso in primo luogo alla situazione della SOMALIA (per ristabilire un periodo di pace e ricostruzione) e ai rapporti mai interamente valorizzati con l’ARGENTINA (con cui, per affinità culturali, dovremmo stabilire un vero e proprio patto di ferro in tutti i settori dell'economia, in barba all’espansionismo commerciale di Francia e Germania, assai meno affini alla cultura di tale Paese).
Che ne pensa, Presidente?
Vogliamo rimediare insieme alle due insufficienze del primo quadrimestre?
O dobbiamo infliggerle ripetizioni obbligatorie delle due materie evidenziate?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento