PROMEMORIA OPERATIVO:
SUGGERIMENTI PER UN’AGENDA DELLO
SVILUPPO ECONOMICO DELLA CITTÀ DI TERNI
Idee ed azioni
per un piano di rinascita “con” e “nonostante” la crisi della siderurgia
TERNI, 21
LUGLIO 2014
In questi giorni,
proseguono giuste e legittime prese di posizione, manifestazioni, trattative
sindacali e governative, rispetto agli annunci di riduzioni produttive e di
manodopera da parte dei proprietari attuali degli storici stabilimenti
siderurgici di Terni, la multinazionale tedesca Thyssen-Krupp.
Anche per questo, è sempre più pressante ed indispensabile
passare alla fase operativa delle azioni finalizzate al rinnovamento economico
della città, non necessariamente alternative alla temuta “de-industrializzazione”,
sicuramente indispensabili alla ripartenza del tessuto economico ed
occupazionale.
Per tracciare quindi, a mo’ di promemoria, le azioni necessarie
e propedeutiche alla rinascita da tutti desiderata, verranno prese ad emblema,
per analogia del tessuto economico e della storia economica, tre città post-industriali
degli Stati Uniti, oltre ad un caso, più
che riuscito, di Parco Tecnologico regionale nella “vecchia” Europa. Tali città,
oggi, dopo aver attraversato per intero la profonda contrazione delle
produzioni siderurgiche, possono esibire come vanto la capacità, dimostrata
negli ultimi 30-40 anni, di riattivare i circuiti economici mediante scelte
coraggiose e profonde di differenziazione[1]
rispetto ai settori industriali “classici” (siderurgica ed automobilistica,
nello specifico):
1) Birmingham, Alabama;
2) Wilmington, Delaware;
3) Pittsburgh, Pennsylvania;
4) Parco Tecnologico di Sophia
Antipolis, Francia.
Tali realtà presentano caratteristiche generali assai
interessanti per la nostra città, soprattutto per l’analogo “punto di partenza”[2],
predominato dall’industria pesante[3]:
vengono quindi presentate sinteticamente, in quanto ritenute degne di
approfondimento e studio, proprio per la progettazione di un “nostro” modello
di sviluppo, non più dipendente dalla sola siderurgia ma formato da un panorama
industriale e di servizi differenziato, corale e fertile.
1. BIRMINGHAM, ALABAMA:
L’ACCIAIO RIMANE, ACCANTO A RICERCA E SVILUPPO NEL SETTORE
DELLE BIO-TECNOLOGIE
La città di Birmingham, nata dall’accorpamento di diverse
comunità rurali a seguito della esplosione industriale e della diffusione dei
trasporti ferroviari all’indomani della guerra civile americana, deve la sua
notorietà alle lotte civili per l’uguaglianza dei neri americani condotte durante
gli anni ’50 e ’60 e alla leadership non-violenta assunta da Martin Luther
King, nel 1963, che proprio a Birmingham fu imprigionato e scrisse alcuni dei saggi
più significativi contro la segregazione razziale.
“From
Birmingham's early days onward, the steel industry has always played a crucial
role in the local economy. Though the steel industry no longer has the same
prominence it once held in Birmingham, steel production and processing continue
to play a key role in the economy”.
Pur diminuito d’importanza, l’acciaio ha da sempre
caratterizzato, come attività centrale, l’economia di questa città. In effetti,
fin dalle prime avvisaglie di riduzione dei volumi produttivi e di spostamento
dei baricentri industriali verso l’Asia, le dinamiche demografiche di
Birmingham hanno osservato una sensibile diminuzione, di circa il 30%, dai ca.
300.000 abitanti del 1970 ai ca. 210.000 di oggi.
Purtuttavia, se oggi la città può guardare senza
rammarichi e preoccupazione a tale contrazione di popolazione, lo deve
senz’altro:
1) alla decisa spinta verso le
bio-tecnologie, alimentate dalla locale Università e dall’associato Ospedale
(ricerca che diventa impresa, con una continua gemmazione ed un’osmotica
interrelazione tra dottorati di ricerca, sperimentazione e implementazione
industriale);
2) ad un sapiente Piano regolatore, caratterizzato
dal decongestionamento abitativo dalla “downtown” verso i centri-satellite
adiacenti;
3) al Piano dei trasporti locali,
realizzato attraverso la massiva capacità d’investimento nella mobilità
sostenibile;
4) ad un sapiente mix di “welfare”,
politiche salariali e ambienti lavorativi sostenibili, che consentono a
Birmingham di ospitare anche importanti industrie di imbottigliamento, di
produzioni di materiali di edilizia, oltreché un complesso di servizi e
terziario di assoluto riferimento: assicurazioni, compagnie telefoniche, studi
di ingegneria;
5) la valorizzazione delle iniziative
di solidarietà e volontariato, fonte di occupazione oltre che di coesione
sociale.
Come risultato di tale scelte decise e coraggiose, accanto
alle industrie siderurgiche:
1) ACIPCO (sede principale)
2) Mc Wane (sede principale)
3) CMC Steel (sito produttivo)
4) US Steel (sito produttivo)
5) Nucor (sito produttivo),
vengono annoverate unità produttive di nomi di rilievo,
suddivisi per settori, quali:
1. “Food & beverage”: Coca Cola,
Pepsi Cola, Buffalo Rock
2. Edilizia, Ingegneria e
Costruzioni: Vulcan Materials, B&K, B&G, BL Harbert International;
3. Banche: R.F.C. (sede principale,
8° gruppo bancario degli Stati Uniti), BBVA Compass (sede principale), Wells
Fargo, Cadence Bank;
4. Assicurazioni: Protective Life,
I.P.&C., Pro Assurance, Liberty Nationa (tutte con quartier generale nella
città);
5. Telecomunicazioni. AT & T.
Inoltre, il settore cultura e turismo appare in ottima
salute, con importanti teatri, musei, manifestazioni jazz, corpi di danza e di
recitazione, l’Orchestra Sinfonica dell’Alabama, festival musicali e
cinematografici di ampia risonanza, sport.
Da un punto di vista occupazionale, i dati ufficiali
riportano che le biotecnologie e la ricerca annoverano oggi quasi 19.000
occupati, mentre quasi 5.000 impiegati sono relativi al settore assicurativo e
finanziario:
“In the 1970s and 1980s, Birmingham's economy was
transformed by investments in bio-technology and medical research at the University of
Alabama at Birmingham
(UAB) and its adjacent hospital. The UAB Hospital
is a Level I trauma center providing health
care and breakthrough medical research. UAB is now the area's largest employer and the second
largest in Alabama with a workforce of about 18,750 as of 2011. Health care
services providers HealthSouth, Surgical Care
Affiliates
and Diagnostic
Health Corporation
are also headquartered in the city. Caremark Rx was also founded in the city”.
2. WILMINGTON, DELAWARE:
LA REAZIONE ALLA DISMISSIONE DI GENERAL MOTORS E ALLA
RIDUZIONE PRODUTTIVA SIDERURGICA, IL PATTO “D’ACCIAIO” CON LA CHIMICA
La città di
Wilmington, fondata da coloni svedesi a metà ‘600, crebbe sino agli anni ’60 a
ritmi vertiginosi, con lo sviluppo di tutti gli Stati Uniti, come centro
industriale caratterizzato da manodopera a basso costo, prevalentemente
afroamericani. Fu sede di profondi disordini all’indomani dell’assassinio di
Martin Luther King nel 1968 e conobbe la più lunga occupazione militare della
storia americana, da parte della Guardia Nazionale e su richiesta del Sindaco
di allora, per ca. dieci mesi.
Fin dal 1868 Wilmington sviluppò un proprio impianto
siderurgico, in risposta alla crescente domanda di acciaio da parte dei
cantieri navali nazionali, giungendo a diventare il sito di riferimento, con
volumi produttivi superiori alla somma dei restanti siti degli Stati Uniti. Tali
industrie crebbero di dimensioni in occasione delle due guerre mondiali, che
comportarono anche lo sviluppo di ulteriori settori merceologici per conto
delle forze armate, come macchinari per l’industria e semilavorati di gomma e
di pelle, mentre dopo il 1945 si è assistito ad una progressiva riduzione dei
volumi produttivi e, conseguentemente, della forza-lavoro nella siderurgia.
Contemporaneamente alla successiva affermazione
dell’industria dell’acciaio e auto-moto, il volano della domanda degli eventi bellici
consentì il consolidamento in città della multinazionale della chimica Dupont
de Nemours & Co,, presente sin da inizio ‘800 con la produzione di dinamite
e proiettili e, dal 1920, protagonista dello sviluppo di settori produttivi
civili di assoluta innovazione, nei settori dei polimeri, dei farmaci, del
kevlar e dei materiali spaziali per l’industria aeronautica. Proprio la Dupont
ha costituito il collante principale dell’economia della città, promuovendo una
serie di attività culturali, di iniziative di welfare e di servizi collaterali
assolutamente benefici dal punto di vista occupazionale e della qualità urbana.
Proprio grazie a uno dei Dupont, con il governatore Pierre
de Dupont IV nel 1981, vennero create le condizioni per incubare importanti
imprese di servizi finanziari, mediante agevolazioni locali e incentivi per gli
operatori bancari: ciò consentì di insediare a Wilmington un numero importante
di banche, società di carte di credito, studi legali e assicurazioni, come:
Bank of America, Chase Card Services, Barclays, HSBC USA, ING Direct USA,
Wilmington Trust, ALICO, Blue Cross, PNC, Citizens Bank, Wilmington Savings
Fund Society, Artisans’ Bank.
Lo stesso governatore creò le basi per una Corte di
Giustizia annoverata tra le più dinamiche e rapide degli Stati Uniti, al punto
tale che numerose liti tra industrie vengono direttamente e volontariamente svolte
a Wilmington, con ricadute benefiche per il settore della consulenza legale ed
industriale.
Per tali motivi, quando nel 2009 la General Motors
annunciò la chiusura di un grande stabilimento da anni insediato a Wilmington,
l’economia locale, pur shockata da tale dismissione, ha potuto gradualmente
assorbire la temporanea disoccupazione degli impiegati GM. Infatti, la vitalità
dei settori sopra citati, il sistema di ammortizzatori sociali (sia pur frutto
di negoziati temporanei e di breve durata), nonché una vitalità culturale molto
effervescente (festival etnici, di cui il più importante è quello italiano, festival
musicali, musei ed eventi sportivi), hanno consentito un percorso meno doloroso
per quei lavoratori e quelle famiglie.
L’andamento demografico dimostra un calo di ca. il 10%
degli abitanti dal 1970 ad oggi, essendo passati da 80.300 unità a ca. 72.000.
Il Piano Regolatore e quello dei trasporti sono comunque
stati ispirati dalla maggior sostenibilità e vivibilità cittadina, con il
graduale potenziamento dell’offerta di mobilità pubblica e una distribuzione
edilizia a raggiera nelle zone circonvicine.
Di seguito l’elenco delle imprese che annoverano più di
1.000 dipendenti:
1) State of Delaware (P.A.): 13,980
11) Walgreens (farmaceutica):
1,700
14) Capital One (servizi finanziari):
1,122
15) PNC Financial Services 1,100
Accanto a tale rapporto “illuminato” della città con il
gigante della chimica, si annovera anche una tradizione di volontariato e
animazione sociale che, oltre al concreto aiuto solidale alle fasce deboli
della popolazione (sempre con approccio “aiuta ad imparare”, specie nei settori
del credito e della ricerca di alloggio), è di per sè fonte di occupazione e di
coesione.
3. PITTSBURGH, PENNSYLVANIA: DAL
COLLASSO DELL’ACCIAIO E DELL’ELETTRONICA ALL’INGEGNERIA ROBOTICA AVANZATA
La zona
dell’odierna Pittsburgh ebbe i primi insediamenti di coloni europei alla fine
del ‘600, allorchè inglesi e francesi si fronteggiarono con due fortificazioni
poco distanti, nel tentativo di affermare ciascuna il predominio della propria
casa reale in territori vergini e incontaminati, da poco esplorati. Nel 1763,
sotto la guida di Lord Amherst, gli inglesi furono protagonisti dei primi
stermini con “guerra biologica” ai danni delle tribù native dei Pontiac,
inoculando deliberatamente il vaiolo alle popolazioni indiane e provocando una
strage stimata tra 500.000 e 1.500.000 morti (fonte Wikipedia USA).
L’industria siderurgica fu sviluppata come principale
attività, che attirò in 150 anni di storia migliaia di immigrati sia ispanici e
italiani, sia neri, e le valse la definizione di “inferno scoperchiato” per le
numerose ciminiere e l’aria irrespirabile, almeno sino agli anni ’70.
Oggi, oltre ad esser nota come “città dell’acciaio”, a
causa della presenza di più di 300 imprese collegate alla siderurgia, è anche
la “città dei ponti”, per ospitarne 446.
Nella sua storia, l’apice della produzione siderurgica
venne raggiunto in concomitanza dello sforzo bellico della II guerra mondiale,
con un incremento vertiginoso della manodopera utilizzata e, non trascurabile,
dell’inquinamento ambientale, che raggiunse livelli record.
“Following the war, the city launched a clean
air and civic revitalization project known as the "Renaissance". This
much-acclaimed effort was followed by the "Renaissance II" project in
1977 and focusing on cultural and neighborhood development. The industrial base
continued to expand through the 1970s, but beginning in the early 1980s both
the area's steel and electronics industries imploded, with massive layoffs from
mill and plant closures”.
Ecco, proprio il concetto di “Rinascimento” appare il
modello da perseguire per una reale “exit-strategy” dal vicolo cieco in cui
sembra piombata, anche la città di Terni, a causa della contrazione della
produzione dell’acciaio.
“Pittsburgh has adapted since the collapse of
its century long steel and electronics industries. The region has shifted to
high technology, robotics, health care, nuclear engineering, tourism,
biomedical technology, finance, education and services. Total annual payroll of
the region's technology industries, when taken in aggregate, exceeded $10.8
billion in 2007, and in 2010 there were 1,600 technology companies. Reflecting
the citywide shift from industry to technology, former factories have been
directly renovated into modern office space”.
La (ex-) città siderugica, dunque, a dispetto della
diminuzione dei volumi di acciaio e della conseguente contrazione demografica,
invero superiore al 40% in 40 anni (essendo passato da ca. 520.000 abitanti nel
1970 ai ca. 310.000 di oggi), ha gradualmente sviluppato un tessuto economico
ricchissimo, in virtù della forte differenziazione e della sinergia tra settori
merceologici diversi. Tra essi troviamo: la produzione di alluminio, di vetro,
l’industria delle costruzioni, del petrolio, alimentare, cinematografica,
sportiva, dei macchinari, dei trasporti, dell’elettronica di consumo e della
ICT. Cospicui investimenti sono stati eseguiti nel settore dei “green
buildings” – edilizia sostenibile, non solo a scopo abitativo ma con esempi di
riferimento di edifici pubblici e auditorium. Notevoli anche gli interventi di
riqualificazione e trasformazione urbana riguardanti le aree industriali
dismesse.
La sicurezza degli ambienti lavorativi, la sicurezza e la
qualità urbana, la progressiva vitalità
culturale ne fanno oggi una delle città più ospitali degli Stati Uniti, anche
per la capacità di mediazione culturale e di dialogo tra gruppi etnici diversi
ed in continua mobilità. Uno dei più grandi investimenti della città è stato
inoltre il locale ospedale, considerato uno dei più avanzati della regione in
parecchi settori e il più grande datore di lavoro di Pittsburgh, con ca. 48.000
dipendenti (mentre l’insieme di cliniche e ospedali della città assomma 116.000
posti di lavoro). A poca distanza, e sempre di rilevante qualità, l’Università
locale, con 10.800 occupati. Grande sviluppo ha inoltre conosciuto il settore
no-profit, che conta 10.000 occupati equivalenti ed un fatturato complessivo
superiore a 240 M. Euro.
Tale insieme di scelte coraggiose e decise ha consentito a
Pittsburgh di fronteggiare con discreto successo anche le crisi finanziarie di
inizio millennio, come pure di dispiegare un deciso miglioramento delle
condizioni ambientali e dell’inquinamento di aria e fiumi. L’investimento annuo
del Comune nella c.d. “foresta urbana”, considerata anch’essa funzionale alle
finalità di ossigenazione e qualità dell’aria, ammonta a più di 600.000 Euro.
4. IL PARCO TECNOLOGICO DI SOPHIA ANTIPOLIS:
L’ATTRATTIVA DELLA “VECCHIA” EUROPA E LA CAPACITÀ DI
GESTIONE DELLA RETE DI IMPRESE.
Frutto di scelte
amministrative concrete, che spaziano dalle agevolazioni fiscali, ad un impatto
ambientale sostenibile e alla facilità dei trasporti, il Parco Scientifico
Tecnologico di Sophia Antipolis è collocato in un ambiente eccezionale (due
terzi del parco sono destinati ad area verde), corrispondente ai comuni dei
villaggi provenzali di Biot, Valbonne, Mougins e Vallauris, al centro di un
quadrilatero costituito dalle città costiere di Cannes (15 km), Antibes (8 km),
Nizza (22 km) e Grasse (16 km). Con più di 30.000 occupati, composti da un
puzzle di nazionalità diverse, il Parco viene considerato il luogo più
internazionale di tutta la Francia. Ed è
per questo motivo che l’Università di Nizza Sophia Antipolis (UNSA)
e altri importanti istituti di
management, amministrazione e comunicazione
come, rispettivamente, il THESEUS, il CERAM, l’EURECOM
o di standardizzazione, come l’ETSI, l’hanno scelto come sede
privilegiata delle proprie strutture.
Nell’area non adibita
a parco naturale si concentrano imprese, incubatori, laboratori di
ricerca, istituti scolastici e foresteria. L’area attualmente occupata è di
2300 ha, con una previsione di futuro ampliamento fino a 5500 ha. Attualmente
si trovano al suo interno oltre 1.000 imprese, di cui più di 100 multinazionali
che, da sole, offrono il 25% dei posti di lavoro complessivi. Principali poli
di attività e ricerca sono l’ICT (40%), la medicina (10%) e le scienze della
terra (1%), mentre l’insegnamento superiore e la ricerca rappresentano l’11%
dell’attività complessiva del luogo.
Sophia Antipolis rappresenta prima di tutto un luogo di
raccordo fra il mondo dell’economia, della ricerca e l’Università. Sophia Antipolis
accoglie ogni anni migliaia di giovani studenti, stagiaires e neo-diplomati,
attirati dall’ampio ventaglio di possibilità offerte da scuole, imprese ed organizzazioni varie. Ad affascinare i
giovani è anche l’atmosfera cosmopolita che si respira nella “cittadella”,
accompagnata dalla possibilità di svolgere attività stimolanti e di eccellenza,
di arricchire il proprio bagaglio culturale e di godere della bellezza dei
luoghi naturali.
Un ruolo chiave, nella gestione della rete di imprese e
nel soddisfacimento delle molteplici esigenze logistiche e di servizi, è la
Fondazione Sophia Antipolis, costituita da Enti locali e governativi ma anche
dalle principali imprese private. Essa svolge importanti compiti di osmosi e rapporti
istituzionali, tali da garantire la persistenza delle condizioni favorevoli
allo sviluppo delle attività imprenditoriali e della ricerca.
QUALI LEZIONI PER
TERNI ?
I casi sopra sintetizzati, ritenuti di riferimento per un
progetto di “rinascita” economica e per l’invenzione di una nuova città
accogliente e vivibile, sembrano tutti suggerire le seguenti linee-guida,
ovvero scelte virtuose da perseguire con concretezza e capacità di orientamento
(tutte di pari importanza e priorità).
A) DIFFERENZIAZIONE (SENZA RINUNCIARE
ALLA SIDERURGIA)
Posta la rilevanza delle installazioni siderurgiche, la
vita economica locale deve necessariamente creare le condizioni per
un’attrattiva elevata rispetto ad altri settori ed opportunità: le
biotecnologie, la ricerca e la sperimentazione nella sanità, i servizi
finanziari, l’Information & Communication Technology, la cultura ed il
turismo. Per far ciò, occorre “copiare e migliorare” le metodologie e le
politiche adottate nei 4 esempi riportati:
-
abbattimento
della tassazione delle imprese che scelgono di investire in città;
-
semplificazione
e flessibilità del rapporto tra imprese e istituzioni;
-
patto
ferreo con gli imprenditori che assumono.
B) RAFFORZAMENTO DELLA QUALITA’
URBANA
-
ambiente
sostenibile;
-
“funzionalizzazione
della città” al benessere dei lavoratori e delle imprese;
-
mobilità
dinamica e sostenibile;
-
valorizzazione
del settore no-profit e delle iniziative di coesione sociale.
C) CENTRALITA’ DEL RUOLO DELL’ISTRUZIONE
-
potenziamento
del rapporto tra il tessuto economico della città e l’Università, anche nella
progettazione dei percorsi didattici, dei dottorati di ricerca e delle linee di
sviluppo dei prototipi.
-
Progettazione
della istruzione universitaria e superiore, della ricerca accademica e dei
relativi spin-off, coesa e coerente con le scelte economiche della città.
D) GOVERNO DELLA CITTA’ AMICO DI
LAVORATORI E IMPRESE
-
capacità
di “manutenzione” istituzionale dell’ambiente “amichevole” per le imprese e per
i lavoratori (de-politicizzazione delle agenzie di investimento,
razionalizzazione della gestione della città, ruolo di fondazioni ed agenzie
regionali nel rapporto con il credito bancario).
-
Amministrazione
cittadina quale fulcro di attrattiva delle iniziative imprenditoriali e della
vivibilità dei cittadini.
QUALI AZIONI PER
COMINCIARE ?
Le seguenti azioni, simultanee e tempestive per quanto
possibile, dovranno riguardare i primi “100 giorni” di progettazione del
desiderato “Rinascimento”.
I. Studio dei casi “virtuosi”
-
Task
force incaricata di visitare materialmente i luoghi oggetto dei “rinascimenti”
post-siderurgici (i 4 di questo promemoria e/o altri considerati a noi simili),
i quali, dopo una missione di non più di 30 gg., previa organizzazione degli
appositi incontri, per giungere a contatto diretto con amministratori,
imprenditori, docenti, lavoratori, cittadini e studenti nelle città considerate.
La task force individuata deve produrre un vero e proprio Piano di Rilancio,
formato dall’insieme di provvedimenti prioritari e linee-guida strategiche per la
città di Terni.
II. Un’Agenzia per lo sviluppo locale de-politicizzata
-
Progettazione,
con la partecipazione della Regione e del Governo, della “Fondazione
Terni-technopolis”, intesa come l’agenzia del rilancio economico della città,
de-politicizzata e formata dal contributo dei tecnici, degli imprenditori e
degli istituti bancari che, via via, riterranno di impegnarsi per la
programmazione e la manutenzione di una città “accogliente e vitale”.
III. Un Comune “facilitatore”
-
Integrazione
dei Piani Regolatore e dei Trasporti, che sia reso funzionale alla mobilità
sostenibile di lavoratori ed imprenditori, individuando eventuali opportunità
di trasformazione urbana per ospitare centri di ricerca e di studio nei settori
ritenuti prioritari.
IV. Il piano per il “Rinascimento” post- e meta-siderurgico
-
Deployment
dell’apposito Business Plan degli investimenti pubblici e quantificazione delle
risorse private da ricercare.
-
Progettazione
di un brand e di azioni di marketing e di promozione permanente della città di
Terni.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§ @ Nazareno Claudiani, 21/07/2014
[1] A
dimostrazione del celeberrimo adagio del nostro Giovambattista Vico,
“Sembravano traversie ed eran in fatti opportunità”.
[2] Le citazioni in corsivo
sono tratte da Wikipedia in lingua inglese, tra il 20 ed il 21 luglio 2014.
[3] Ciò
non vale per Sophia Antipolis, anche se analoga era la “mono-cultura” di
partenza della zona, basata sul paradigma turismo-agricoltura.
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